lunedì 3 agosto 2009

Saffo FR. 105a

FR. 105a V. Metro: esametro dattilico

οἶον τὸ γλυχὺμαλον ἐρεύθεται ἄχρῳ ἐπ' ὔσδῳ
ἄχρον ἐπ' ἄχροτάτῳ λελάθοντο δὲ μαλοδρόπηεϛ·
οὐ μὰν ἐχλελάθοντ', ἀλλ' οὐχ ἐδύναντ' ἐπὶχεσθαι

come una dolce pomo rosseggia alto sulla cima del ramo,
alto il pomo, sul più alto ramo: la dimenticarono i raccoglitori,
oh no, non se ne dimenticarono, ma non poterono giungervi.


Poesia piena di grazia, contraddistinta da una leggerezza leggerezza di tocco, il carme epitalamico (riservato alle nozze) qui citato tende a lodare una donna andata in sposa in età già avanzata. Saffo allude alla mela trascurata e raccolta per ultima, poiché posta su un ramo troppo elevato e quindi irraggiungibile. Così la è ragazza che ha resistito agli attacchi dei suoi pretendenti portando al limite il fiore dei suoi anni. Ambita da coloro che si sarebbero contentati di sfiorarla solo con la punta delle dita. La fanciulla aveva conservato la sua grazia fiorente per colui che l'avrebbe colta nel giusto tempo. Per questa ragione la mela che rosseggia sul ramo più alto è γλυχὺμαλον (dolce quanto il miele, questo termine lo si ritrova anche in Teocrito 11 38-39, che lo usa per designare l'oggetto dell'amore appassionato del Ciclope).
Saffo riprende l'immagine della mela anche nel secondo verso del frammento e ciò dona a tutta la poesia una grazia sorridente.