venerdì 31 luglio 2009

Finalmente giunge amore

Tandem venit amor, qualem texisse pudori
quam nudasse alicui sit mihi fama magis.
Exorata meis illum Cytherea Camenis
attulit in nostrum deposuitque sinum.
Exsoluit promissa Venus: mea gaudia narret, 5
dicetur si quis non habuisse sua.
Non ego signatis quicquam mandare tabellis,
ne legat id nemo quam meus ante, velim,1
sed peccasse iuvat, vultus componere famae
taedet: cum digno digna fuisse ferar. 10

1: alcuni ammettono " me legat ut nemo quam meus ante..."

I cinque distici sarebbero opera di una giovane di nobile rango: Sulpicia, questo è il primo dei suoi biglietti d'amore, inviati a un non identificato amante Cerinthus. La spiegazione etimologica del nome dell'amante è derivato dalla voce greca kéras , corrispondente al latino cornu, non basta però a comprovare che il giovane sia il cornuto di due elegie di Tibullo. La giovane poetessa , incurante delle norme che nella società romana regolavano il pudore femminile. Essa affida, all'elegia proemiale, il suo orgoglio e la sua gioia di donna innamorata : l'amore è giunto e va dichiarato a tutti, è dolce peccare, disgustoso rimanere pudiche. La donna prova fastidio nell'atteggiarsi in modo da sembrare una ragazza per bene, una sanata, è un raro tocco di sincerità, contro l'ipocrisia di un sistema morale opprimente. E' grande la passione che quasi non vorrebbe neanche affidare le sua parole alle tevvlette sigillate, ella vuole, mentre arde d'amore, dichiarare i suoi sentimenti all'amato senza passare da alcun intermediario.

Finalmente è arrivato l'amore che a tenerlo nascosto per il pudore
ne avrei più disgusto che a rivelarlo a qualcuno.
La Dea Citera, supplicata dalle mie poesie
l'ha portato e l'ha deposto sul mio seno.
Venere ha esaudito le promesse, e sparli della mia gioia
colui di cui si dice che non ha mai goduto le sue gioie.
Io non vorrei affidare nulla alle tavolette di cera,
affinché nessuno legga le poesie prima del mio amore,
sono felice di aver peccato, mi disgusta-però- adeguare i miei atteggiamenti alle circostanze
si possa pure dire che io degna sono stata con uno degno di me.

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